prof. fabrizio martini progettazione costruzioni impianti geometri

Riporto una serie di punti utili necessari per il calcolo di un elemento strutturale, una sorta di protocollo a cui attenersi per la verifica ed il dimensionamento di ogni tipo di struttura.

Tale protocollo è stato ripreso da una dispensa fornita dal Prof. Ing. Francesco Saverio Casi, che ringrazio e cito.

  1. individuare esattamente l’elemento strutturale nel contesto edilizio di appartenenza, sfrondandolo degli aspetti secondari e concentrandosi sul corpo rigido che rappresenta: operazione questa a volte banale in quanto il corpo rigido in questione si riesce a leggerlo bene (come ad esempio la trave in legno di un solaio tradizionale oppure il pilastro in C.A. di un edificio intelaiato, ecc…); in altri casi invece l’elemento si legge con maggiore difficoltà: si pensi ad una soletta – gronda in cemento armato nel suo sviluppo, ma che per ragioni pratiche è conveniente prenderne in considerazione un suo piccolo tratto qualsiasi (in genere si prende un tratto unitario largo 1 metro); oppure ad esempio singolo travetto di un solaio Bausta che va isolato dagli altri travetti attigui;
  2. individuare come il mondo esterno sostiene il corpo rigido sopra individuato: tutti i corpi sono collegati al mondo esterno attraverso un numero limitato di punti (sezioni): essi devono essere completamente individuati e stabilito quali sono i movimenti concessi dal vincolo al corpo e quali quelli vietati; in altre parole va stabilita la condizione vincolare, ovvero schematizzati i carrelli, le cerniere e gli incastri eventuali;
  3. fare un’esatta analisi dei carichi agenti sul corpo rigido sopra individuato: determinare i carichi direttamente agenti il corpo e quelli che derivano da elementi secondari, che magari appoggiano sul nostro corpo d’esame
  4. determinare le reazioni che i vincoli producono sul corpo di conseguenza alle azioni direttamente agenti nel corpo (risoluzione della statica del corpo in genere attraverso equazioni della statica)
  5. determinazione delle caratteristiche di sollecitazione M, N, T (momento flettente, sforzo normale e taglio) su tutte le sezioni del corpo (meglio se riportate in sintesi nei cosiddetti diagrammi di sollecitazione) in modo che sia poi più agevole determinare le sezioni con sollecitazione massima
  6. individuare per ogni sollecitazione di momento flettente, sforzo normale e taglio la sezione in cui si verifica il massimo ed il suo valore massimo
  7. verificare se la sezione è verificata sotto tale valore di sollecitazione, ovviamente l’esito dipende dalla forma della sezione, dalle dimensioni e dal tipo di materiale costituente il corpo rigido in esame

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